De Bello Gallico

Su Cesare scrittore, vale ancor oggi il giudizio di Cicerone: «Questi libri sono nudi, schietti, affascinanti, spogli di ogni retorica come una persona della veste. Cesare volle fornir materia a chi intendesse scrivere di storia; ma fece cosa grata, se mai, agli sciocchi che vorranno aggiungervi i riccioli; ma alle persone assennate tolse la voglia di scrivere».
La lettura di questo capolavoro, però, può esser maggiormente proficua a chi abbia una chiara conoscenza delle circostanze storiche e geografiche, della tecnica e nomenclatura militare, della strategia adottata da Cesare durante la lunga guerra.
La moderna traduzione italiana è perciò accompagnata, nella presente edizione, da cartine e tabelle cronologiche, e da un'ampia serie di notizie riguardanti l' esercito, l' armamento, la tecnica romana delle fortificazioni, con riferimento ai vari passi dell'opera.
Questo è quanto riportato in questa edizione economica del libro sul dorso di copertina. Il libro è molto bello, ricco di particolari cartografici e riferimenti a popoli e usanze che con Giulio Cesare emergono dal buio della proto-storia grazie alla sua abile e schietta scrittura. Conosceremo i motivi della campagna, le tribù, le difficoltà incontrate e la incredibile capacità non solo di condottiero ma anche di stratega e politico alle prese con una serie incredibile di tradimenti e capovolgimento di parti che ne mostreranno il lato di fine tessitore sempre pronto al perdono e mai alla vendetta. Conosceremo i suoi comandanti come il Legato Tito Azio Labieno e anche i suoi soldati come l' invincibile Sestio Publio Baculo, da Cesare spesso ricordato, i suoi nemici, su tutti Vercingetorige e l' incredibile assedio di Alesia dove vennero attuate mirabolanti e grandiose opere di recinzione atte al duplice scopo di assediante – assediato. Sbarcheremo in Inghilterra per la prima volta nella storia, attraverseremo il punto più difficile e impervio del Reno, con ponti che neanche oggi riescono a fare di così resistenti e in pochissimo tempo, per dare una lezione e fermare le incursioni dei Germani di Ariovisto e puliremo l' Adriatico infestato dai pirati dell' Illiria. Si legge di un fiato tanto il ritmo è incalzante e la storia coinvolgente da far credere possa trattarsi di un romanzo. E invece è la stretta cronaca, diventata storia, di una delle campagne militari pietra miliare e materia di insegnamento di tutte le accademie del mondo. Tra i tanti giudizi critici a compendio del libro mi è particolarmente gradito citare questo:
D’un tratto le nebbie si diradarono. Per un momento l’isola apparve alla piena luce del giorno storico. In sé, l’invasione della Britannia ad opera di Giulio Cesare fu un episodio rimasto senza seguito, ma dimostrò che la potenza di Roma e la civiltà del mondo mediterraneo non erano necessariamente vincolate alla costa atlantica. Lo sbarco di Cesare gettò un ponte sul taglio scavato dalla natura.
Winston Churchill - Storia dei popoli di lingua inglese

Commenti

  1. Pennellata dello zio ... HC ci ha costruito una bella serie sulle campagne militari di Cesare.
    Molto interessante.

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  2. guarda questo libro è lì da più di 2000 anni e si legge come e forse
    meglio di un romanzo
    è incredibile la successione degli avvenimenti così come la sua abilità politica nel ricucire tutti gli strappi
    poi le difficoltà di comunicazione di quei tempi, gli approvvigionamenti,
    i quartieri invernali per resistere
    al freddo inverno della gallia come al caldo estivo
    tutta una serie di descrizioni di popoli costumi e usi che fino al suo arrivo nessuno aveva tramandato in forma scritta e in questp è emblematico quanto detto da Churchill e che ho annotato sotto
    .." le nebbie della storia che si diradano al suo passaggio"
    insomam chi non l'avesse letto può e deve farlo anche perchè è scaricabile online e libero a tutti

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  3. Un tempo ero uno studente non molto studioso...potrei iniziare con...c'era una volta uno studente bravo ma non troppo studioso, che però aveva preso confidenza con la pragmaticità espositiva dell'eroico Giulio Cesare, grande condottiero e grande imperatore. Ricorderò sempre il pezzo che parlava di Vercingetorige, titolato "De Vercingetorige eiusque crudeli severitate", ovvero "Vercingetorige e la sua severità e crudeltà". Celebre antagonista di Cesare, in quanto scaltro e caparbio tanto quanto Cesare.
    Direttamente dal Libro degli autori latini del 2° Liceo Scientifico dal quale ho soffiato via la polvere:
    De Bello Gallico - Liber VII par IV
    De Vercingetorige eiusque crudeli severitate
    ...Celeriter sibi Senones, Parisios, Pictones, Cadurcos, Turonos, Aulercos, Lemovices, Andes reliquosque omnes, qui Oceanum attingunt, adiungit; omnium consensu ad eum defertur imperium. Qua oblata potestate omnibus his civitatibus obsides imperat, certum numerum militum ad se celeriter adduci iubet, armorum quantum quaeque civitas domi quodque ante tempus efficiat constituit; in primis equitatui studet.
    Summae diligentiae summam imperii severitatem addit; magnitudine supplicii dubitantes cogit.
    Nam maiore commisso delicto igni atque omnibus tormentis necat, leviore de causa auribus desectis aut singulis effossis oculis domum remittit, ut sint reliquis documento et magnitudine poenae perterreant alios.

    TRADUZIONE ITALIANA:
    Vercingetorige e la sua crudeltà
    Con simile metodo qui
    ...Velocemente si unisce (a) Senoni, Parisi, Pittoni, Caderci, Turoni, Aulirci, Lemovici, Andi e tutti gli altri, che toccano
    l’Oceano; con consenso di tutti il comando viene conferito a lui.
    Offertogli questo potere, ordina ostaggi a tutte queste nazioni, comanda che velocemente gli sia portato un preciso numero di soldati, stabilisce quante armi ogni nazione debba fare ed in quale tempo; anzitutto si occupa della cavalleria.
    Alla massima scrupolosità aggiunge una massima severità di potere; obbliga gli esitanti con la gravità dei supplizi.
    Infatti per un delitto abbastanza grave commesso uccide col fuoco e con tutte le torture, per un motivo più leggero, (sono) tagliate le orecchie o cavati gli occhi, (poi) li rimanda in patria, perché siano di insegnamento ai rimanenti ed atterriscano con l’enormità della pena gli altri.

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  4. praticamente tutto il contrario di
    quello che vuol far crederci Asterix
    ;D

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