Arrivederci, amore ciao. di M. Carlotto

La carogna dell’alligatore galleggiava a pancia all’aria. Era stato abbattuto perché aveva iniziato ad avvicinarsi troppo all’accampamento e nessuno voleva rimetterci un braccio o una gamba. La puzza dolciastra della decomposizione si mescolava a quella della selva. La prima capanna distava da quella radura un centinaia di metri. L’italiano chiacchierava tranquillo con Huberto. Avvertì la mia presenza. Si voltò e mi sorrise. Gli strizzai l’occhio e lui riprese a parlare. Mi portai alle sue spalle, respirai a fondo e gli sparai alla nuca. Si afflosciò sull’erba. Lo afferrammo per i piedi e le braccia e lo buttammo a fianco all’alligatore. Il rettile a pancia all’aria e lui a faccia in giù.  

Centro America. Un ex terrorista in fuga uccide a sangue freddo un suo compagno di sventura per poter abbandonare una guerra rivoluzionaria in cui non crede più. La sua stagione degli ideali è finita per far posto a quella del denaro.
Aiutandosi con mille espedienti di concittadini ed ex compagni della lotta armata riesce  a tornare in Italia ed a far ricadere su altri le sue colpe passate e senza nessuno scrupolo tradisce chi lo aiuta facendolo arrestare dalla polizia.
Inizia una nuova vita, fatta di malavitosi, poliziotti corrotti, avvocati senza etica. Grazie a questi ultimi inizia una riabilitazione sociale nelle terre del ricco Nord Est in pieno boom economico. 
Tutto sembra andare al meglio: un ristorante, una fidanzata, una vita pubblica irreprensibile. Ma il passato torna a chiedere la sua parte e le conseguenze saranno imprevedibili.


Romanzo dal ritmo narrativo incalzante, come è consuetudine nelle opere di Carlotto, coinciso e pregno di riferimenti politici e di cronaca contemporanei.
Dura denuncia alla faccia perbene dell’economia del Nord Est in cui si pone l’accento sulla sua mancanza di moralità ed eticità.
Pietra miliare del genere Noir Mediterraneo di cui Carlotto ne è uno dei maggiori autori.

Dal Romanzo è stato tratto l’omonimo film di Michele Soavi.


Commenti

  1. Immagino sia questo il titolo che ieri sera mi consigliavi.

    Vedrò di proucarmelo appena riesco a concludere gli ultimi di lansdale.

    Ho visto comunque il film che in tuttà onestà mi ha lasciato piuttosto interdetto. Ergo mi è poco piaciuto. Forse gli interpreti, forse quella gran maiala della Ferrari è troppo maiala, forse l'attore principale è meglio che si dedichi ad altro, forse ho visto altro.

    Mucho Mojo, è stupendo. Ieri sono scoppiato a ridere in una sala d'attesa medica. Tutti mi guardavano io ridevo. Fantastico.
    E non potranno mai capire......

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  2. Il film non lo ho visto ... ma il trailer che ho aggiunto è molto fedele al libro ...

    il libro te lo consiglio ... essendo del nord est ti posso assicurare che quanto scrive è reale ... purtroppo ...

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  3. Il libro era già un po' che volevo leggerlo.

    Il film guardalo ma vedrai che ne rimarrai deluso. Gli attori sono disarticolati, scelti alla cazzo e senza nessuno spirito recitativo.

    Niente a che vedere con il film di Placido, a rguardo di Vallanzasca. Che è di tutt'altra pasta e pianeta.

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  4. Concordo su Placido ... infatti lo bastonano sia a destra che a sinistra ... ergo i suoi film sono belli ... ;)

    Visto il bel renè ... stupendo quel film. cita qualcosa in questo libro non tanto di vallazansca ma di turatello (senza citarlo) ma dall'episodio si capisce che è di lui che parla ...

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