Il cimitero di Praga. di U. Eco

Al passante che in quella grigia mattina del marzo 1897 avesse attraversato a proprio rischio e pericolo place Maubert, o la Maub, come la chiamavano i malviventi (già centro di vita universitaria nel Medioevo, quando accoglieva la folla degli studenti che frequentavano la Facoltà delle Arti nel Vicus Stramineus o rue du Fouarre, e più tardi luogo dell'esecuzione capitale di apostoli del libero pensiero come Étienne Dolet), si sarebbe trovato in uno dei pochi luoghi di Parigi risparmiato dagli sventramenti del barone Haussmann, tra un groviglio di vicoli maleodoranti, tagliati in due settori dal corso della Bièvre, che laggiù ancora fuoriusciva da quelle viscere della metropoli dove da tempo era stata confinata, per gettarsi febbricitante, rantolante e verminosa nella vicinissima Senna. Da place Maubert, ormai sfregiata dal boulevard Saint-Germain, si dipartiva ancora una ragnatela di straducole come rue Maître-Albert, rue Saint-Séverin, rue Galande, rue de la Bûcherie, rue Saint-Julien-le-Pauvre, sino a rue de la Huchette, disseminate di sordidi hotel tenuti in genere da alvergnati, albergatori dalla leggendaria cupidigia, che domandavano un franco per la prima notte e quaranta centesimi per le seguenti (più venti soldi se si voleva anche un lenzuolo).

Dopo aver letto  "Il nome della rosa", “Il pendolo di Focault”, durante l’estate mi sono letto questo interessante e per certi versi avvincente romanzo di Umberto Eco di ambientazione storica.
L’autore ci fa viaggiare, tramite un diario, attraverso il XIX secolo, passando da Torino, Palermo e Parigi, facendoci incontrare i piani dei servizi segreti piemontesi, francesi, prussiani e russi, la spedizione dei Mille ed un Garibaldi umanizzato e smitizzato, la figura del garibaldino Ippolito Nievo,  un abate ammazzato che vive due volte, le bettole e le fogne parigine, “l’affare  Dreyfus”, "I protocolli dei Savi Anziani di Sion", la Parigi della Comune, gesuiti, massoni, mazziniani, un’isterica satanista, anarchici e bombaroli, falsi notai, testamenti mendaci, confraternite diaboliche e messe nere.
Lo stesso Eco ci avvisa, che tranne il protagonista, gli altri personaggi sono tutti realmente esistiti, per quanto bizzarra possa sembrare la loro vita e apparizione negli avvenimenti narrati.
Azzeccata l’idea di illustrare il romanzo come i feuilletons di quel tempo. 

Commenti

  1. sulle prime ho acceso il Tom-Tom
    poi ho capito dove sarebbe andato a parare l'Umberto nazionale e
    l'ho atteso a destino con congruo anticipo devo dire .. se conosci i tuoi polli come suol dirsi ..
    bel libro
    solito Eco
    maniaco della ricostruzione storica come piace a me

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