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Visualizzazione dei post da febbraio, 2012

Veracruz. di V. Evangelisti

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Il 17 marzo 1683 Hubert Macary scrutava il mare, in attesa dei vascelli in arrivo. Solo lui e l'amico Francise Levert sapevano che al largo di Roatán stava per apparire la flotta più imponente che i Fratelli della Costa avessero mai allestito. Ben diciassette velieri, inclusi vari brigantini da una trentina di cannoni ciascuno. Appoggiato con il gomito a una torretta di guardia, la gamba sinistra su un cannone arrugginito, Hubert pregustava lo spettacolo. Per assaporarlo si metteva nei panni degli spagnoli di qualche città costiera, quando al largo apparivano i pirati. ... Michel de Grammont indicò i vascelli della Confraternita della Costa. Al centro della baia, rosseggiante per il sole pomeridiano, si preparavano alla partenza. Legni complicati da guidare, foreste di vele e pennoni, scafi fragili e forti al tempo stesso. «Si è condannati a morire, ma si muore con dignità. Scommetto che è stato così anche per Gabriela. Ora smettete di rimuginare. Tra meno di mezz'o

Cielo di sabbia. di J.R. Lansdale

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"Già quel vento bastava a gettare a terra un uomo adulto, ma niente era peggio della polvere. Quando era rossa capivo che arrivava dall’Oklahoma, dove stavamo anche noi. Ma se era bianca significava che un pezzo di Texas ci stava cadendo sulla testa, e se le folate erano più scure giungevano con buona probabilità dal Kansas o dal Nebraska. Secondo la mamma bastava guardarle bene, quelle tempeste di sabbia, per scorgerci il volto del diavolo. Io non ci giurerei, su questa faccenda del diavolo e compagnia bella, ma so per certo che la sabbia, a volte, sembrava assumere forme vere e proprie; tanto da farmi credere che un volto, là dentro, ci fosse davvero. Un volto malvagio e furibondo, che aveva tutte le intenzioni di spazzarci via." «Uscii in retromarcia dalla rimessa e mi avviai traballante sulla sabbia. Le gomme non facevano bene contatto, e fui costretto a rallentare. Poi prendemmo il via. Era come cavalcare sulle onde dell’oceano. Andavamo lenti, ma andavamo. Non inten

Chi ... vince Sanremo

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CHI la rivista gossippara più patinata che esista, acquistato ieri da mia moglie ha in copertina la sintesi dell'avvenimento principe del mese di Febbraio italiano: Il Festival di Sanremo . C'è la vincitrice Emma Marrone  e le splendide Ivana Mrazova , vera e propria bomba atomica di bellezza femminile e la nostra Elisabetta Canalis che le passa le consegne dall'alto dei suoi 33 anni inchinandosi ai 19 della prorompente ceca che rischia di far diventare "cechi" parecchi maschi italici. Non c'è la farfallina di Belen ma credo che provvederanno già dal prossimo numero. Tanti i servizi su moda e Vip che si lasciano leggere anche da  CHI è riluttante a tali articoli. Segnalo a titolo di curiosità e anche perché impressionato queste due foto tratte dalla rivista a titolo di " fairy use " Attenti a quei due è il titolo che mi viene da dare a questi personaggi ripresi in Svizzera   a Pontresina dove lui è stato invitato per un convegno

La carta più alta. di M.Malvadi

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"Sarebbe stato tutto perfetto. In piedi, di fronte alla finestra aperta, Massimo rimirava il suo pratino rasato di fresco. A piedi nudi, tazzina in mano, il caffè ancora troppo caldo per tentare di berlo, il nostro stava approvando orgoglioso con lo sguardo il risultato del proprio lavoro. Si, sarebbe stato tutto meraviglioso. Tagliare l'erba richiedeva di svegliarsi un'oretta prima del solito, certo; ma i dieci minuti successivi alla fine dell'impresa erano una goduria..." Quarto episodio dei vecchietti terribili del  BarLume di Pineta e del “Barrista” Massimo . In questo nuovo giallo di Malvadi , nonno Ampelio, il Rimediotti, il De Tacca e Aldo, si occuperanno di un caso di vendita di nuda proprietà, in cui con i loro pettegolezzi e maldicenze sui protagonisti, ipotizzeranno l’assassinio del vecchio proprietario. Come sempre Massimo cercherà di dissuaderli  dal dar seguito ad una simile fantasia  «Non è che tutti gli anni possono ammazzare qualcuno per

Il maestro di Nodi. di M.Carlotto

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Udì lo scatto di un pulsante e il ronzio monotono dell'asciugacapelli. Poi sentì il getto d'aria calda e il tocco della spazzola sui capelli fradici di sudore. Lui voleva che continuasse ad avere un aspetto impeccabile. Aveva usato proprio questa parola. Tutto per lui doveva essere impeccabile. Era sempre attento ad asciugarle la saliva che colava dagli angoli della bocca tenuta spalancata da una palla di gomma dura. Una palla per cani. Impeccabile era anche la sua crudeltà. Non lasciava segni sul corpo, ma in alcuni momenti il dolore era insopportabile. Lui però sapeva anche farla godere: aveva già avuto due orgasmi da quando era iniziata la seduta. Anche quella parola era sua. In tutta la sua vita aveva sempre desiderato un dominatore così esperto e solo questa idea le impediva di continuare a pensare alla morte. Lui l'avrebbe uccisa. Ne era certa. Ma non riusciva ancora a immaginare come. Lui non aveva fretta. Dispensava dolore con movimenti lenti e studiati. Attraverso