Mi fido di te. di M.Carlotto & F.Abate

IL LIBRO
Un romanzo magnetico e appassionante che unisce al meccanismo implacabile del noir un godibile e dissacrante senso dell’umorismo. Un’avventura criminale ribalda che diventa un atto di difesa orgoglioso di tutto ciò che è tipicamente umano contro le radici stesse dell’avvelenamento della vita.

LA STORIA
Gigi Vianello è l'elegante, affascinante occulto proprietario del ristorante per gourmet Chez Momò, a Cagliari. Ha due particolarità: una eterocromia oculare, ha cioè gli occhi di diverso colore (uno azzurro, l’altro verde) e un passato ingombrante che si è lasciato alla spalle salutando di gran fretta la sua terra d’origine, il Veneto. Al riparo da piatti salutisti e raffinati, guadagna soldi riciclando e smistando partite di cibo sofisticato in ogni angolo del pianeta. Cibo che va nei discount, dove è costretto a fare la spesa chi non può andare tanto per il sottile, nei ristoranti alla buona o nelle mense dei poveri e della comunità. Tutto va bene nella sua vita infame, fino a che qualcosa non si blocca nell'ingranaggio. Qualcosa che è legato al passato di traditore di Gigi. E inizia una discesa nell'abisso, senza alcuna esclusione di colpi.

IL CIBO
Oltre gli articoli di cronaca che ogni giorno riportano sulle pagine dei quotidiani truffe e raggiri compiuti a discapito dei consumatori e delle aziende del settore: ecco l’oscuro pianeta della sofisticazione alimentare. Mercato dove le nuove mafie si muovono con spavalderia e spesso impunità. Specchio e sintomo di una società adulterata in ogni suo aspetto.

LA MUSICA
MI FIDO DI TE è un romanzo che scorre rapido come le immagini di un film supportato da una robusta colonna sonora. Dal titolo sino all’ultima scena è un susseguirsi di suoni a volte accennati o suggeriti altre esplicitamente dichiarati.
Il brano scritto da Jovanotti, che da titolo al libro, è il leit motiv del romanzo. Una speranza e una ricerca di fiducia che verrà costantemente tradita. Gigi Vianello ha un modello estetico ben preciso scelto per affinità fisica, David Bowie. La sua è una maniacale (e fastidiosa) adorazione che lo porta ad ascoltare solo la musica del Duca Bianco e dei suoi protetti. Più volte nel libro la musica tradirà il racconto, in una trasfigurazione quasi ironica e di sicuro carognesca. Come nel finale quando Louis Amstrong darà fiato alla sua più famosa pop song: What a Wonderfull World

GLI AUTORI
Massimo Carlotto è nato a Padova nel 1956 e vive in Sardegna. Scoperto dalla scrittrice e criticaGrazia Cherchi, ha esordito nel 1995 con il romanzo Il fuggiasco (e/o). Per la stessa casa editriceha scritto, oltre ad Arrivederci amore ciao (secondo posto al Gran Premio della Letteratura Poliziesca in Francia 2003), i seguenti romanzi: La verità dell’Alligatore, Il mistero di Mangiabarche, Le irregolari, Nessuna cortesia all’uscita, Il corriere colombiano, Il maestro di nodi, Niente, piú niente al mondo, L’oscura immensità della morte e, nel 2006, La terra della mia anima. Con Marco Videtta ha scritto Nordest. È anche autore teatrale, sceneggiatore e collabora con quotidiani e riviste. I suoi libri sono tradotti in vari Paesi e molti sono i premi letterari vinti.
Francesco Abate nasce a Cagliari nel 1964. È giornalista e dj nei club dell’isola col nome di Frisko. Come scrittore pubblica nel 1998 Mister Dabolina, il suo primo romanzo (Castelvecchi). Sono seguiti nel 2003 Il cattivo cronista (Il Maestrale), nel 2004 Ultima di campionato, da un soggetto vincitore del premio Solinas (Il Maestrale, nel 2006 riedito da Frassinelli) e, nel 2006, Getsemani (Frassinelli). Insieme a Massimo Carlotto ha scritto “Catifish” (Aliberti).

ESTRATTO
Stavo per rispondere a tono quando squillò il mio cellulare. Guardai il display e lessi: «Rocco Gennaro».– Lavoro, – la informai laconico. Che significava smamma velocemente. La mia fidanzata si alzò e andò ad accogliere una coppia di clienti entrata in quel momento. Brava ragazza, sapeva stare al suo posto.– Come stai, Rocco? – domandai al mio fornitore di polli olandesi.– Un po’ inguaiato, Gigi. Ci ho una fornitura locale da smaltire alla svelta.– Ho ricevuto il carico l’altro giorno, per un po’ sono a posto.– Lo so, ma è un’emergenza. Devo fare un favore a un amico.– Merda o merdaccia?– Merda, Gigi, merda. Te lo giuro.Da tempo la qualità della sofisticazione si misurava così. Due tizi che aggiustavano latte destinato all’alimentazione animale erano stati intercettati mentre decidevano che la produzione merda era destinata al mercato nazionale mentre la merdaccia a quello greco. Solo che avevano esagerato e i greci che avevano consumato il prodotto erano corsi alla polizia. I giornali avevano riportato il testo della intercettazione e i termini di qualità erano diventati di uso comune nell’ambiente.– Cos’è successo? – domandai.– Una sciocchezza, Gigi, una sciocchezza. Nella vasca dell’acqua calda per staccare le penne sono finiti anche dei polli contaminati da campylobacter e quello stronzo del veterinario si è messoa fare il preciso. E l’amico mio mi ha chiamato…Bevvi un sorso d’acqua minerale scozzese per avere il tempo di pensare. Guardai il riflesso e i giochi delle bollicine che ballavano nel bicchiere: cara era cara, con quel che costava il trasporto. Ma ne valeva la pena: metteva serenità e faceva ragionare bene. Il batterio non era pericoloso,al massimo un’intossicazione con diarrea se il pollo non era cotto bene, ma io sapevo dove li arrostivano alla giusta temperatura.Buttai giù l’ultimo sorso.– D’accordo, Rocco, li prendo io ma il prezzo deve essere davvero buono.Concordammo la cifra e riattaccai in fretta quando il cameriere mi mise di fronte un piatto di tagliolini fatti a mano ai gamberi e zucchine. Era passata la buriana dell’influenza aviaria ed eravamo tornati ai bei tempi. Col pollo si facevano dei buoni soldi. La gente si era spaventata con ’sta storia dei morti in Cina e nel Vietnam, ma era tutta una bufala per far arricchire una multinazionale che produceva un farmaco che doveva salvare il mondo dalla pandemia. Poi, quando avevano esaurito le scorte, la notizia era sparita dai giornali. Io, comunque, il pollo non lo mangiavo più da anni, da quando avevo scoperto che molti allevatori rimpinzavano le loro bestiole di cloranfenicolo di produzione cinese, un antibiotico che salvaguardava il pollaio da ogni malattia ma nell ’uomo era solo cancerogeno. Rocco mi forniva quello olandese. Basso prezzo e sapore tutto sommato decente. Nulla di più. Gli olandesi compravano pollo congelato salato dalla Thailandia e dal Brasile e poi lo sottoponevano al processo del tumbling per farlo gonfiare. Gli animali decongelati venivano infilati dentro giganteschi macchinari simili a betoniere e rigirati fino a quando non avevano assorbito un bel po’ d’acqua. L ’avevo visto con i miei occhi: non era un bello spettacolo.


Da leggere dopo i pasti o prima ... anzi meglio a digiuno ...

Commenti

  1. vabè!! per Pasqua speriamo di non mangiare montoni spacciati per capretti o piccioni per colombe
    ;-))

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  2. chi è allucinato dalle sofisticazioni alimentari (e io che ho un diploma di chimica bromatologica lo confermo)
    si astenga dal leggerlo ..
    c'è il rischio che diventi anoressico/a

    uomo/donna avvisato/a mezzo/a salvato/a

    ;))

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  3. infatti negli anni '70 - i primi per l'esattezza - venni mandato al fronte in missione suicida per la gloria dell'Istituto che voleva almeno un suo rappresentante al vaglio dell'interrogatorio di Chimica spauracchio per tutti, ma non per me.
    Tornai vittorioso e in trionfo su per le scale dell'Istituto portato a spalla da folle entusiaste di bidelli, prof e compagni.
    Uno m'ha toccato pure il culo ...

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  4. anche in questo caso si ringrazia l'archivio del minkia blog ...

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  5. dalle notizie di oggi, sembra che la famiglia carcamagni non abbia letto il libro ... o l'abbia letto e si stia purificando ...

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  6. optato per grigio sotto all'evidenziatore rosso che non si riusciva a leggere
    adesso è migliorata la vista
    ;-))

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  7. l'archivio storico è sempre una preziosa miniera da cui attingere
    invitai in questo senso anche il desaparecido a rovistare tra le sue tante e preziose cose ...
    mi rispose con un laconico:
    "Paganini non ripete"
    pazienza!
    sob!
    cit!
    sigh!
    :(

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  8. "Paganini non ripete"
    -----------------------
    credo che la moglie abbia qualcosa da dire in proposito ...

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