Justine

o le sventure della virtù

L’esito più trionfale della fìlosofia sarebbe il riuscire a far luce sugli oscuri cammini di cui si serve la provvidenza per raggiungere i suoi fini relativi all’uomo, e il riuscire altresì a tracciare su tali basi dei piani di condotta, atti a far conoscere a quest’infelice bipede, perpetuamente sballottato dai capricci di quell’essere che si dice lo diriga tanto dispoticamente, la maniera in cui deve interpretare i decreti di codesta provvidenza che lo riguardano, e il cammino che gli è opportuno seguire per scampare ai capricci bizzarri di quella fatalità cui si danno venti nomi diversi, senza peraltro riuscire a definirla....

"Ho scritto un libro troppo immora|e... capace di appestare il diavolo...". Così si pentiva il ‘Divino Marchese’, Donatien De Sade, per aver scritto l’opera che oggi è diventata un classico prezioso, una tra le più rappresentative espressioni della letteratura settecentesca. ln realtà De Sade non intendeva rinnegare il suo lavoro, ma si sentiva lui stesso imbarazzato dalla scabrosità che si sprigionava ad ogni pagina del romanzo. Che cosa contiene ‘Justine’ di tanto scandaloso? Innanzitutto una serie di vicende che trasportano il lettore in un vortice di atrocità, di crudeltà, di perversioni erotiche: quelle vicende che hanno portato Justine verso gli abissi della degradazione.
Ragazza di buona famiglia, educata in convento, rimasta orfana giovanissima, Justine si trova a dover affrontare un’esistenza disperata: i parenti la respingono, un curato tenta di sedurla, un crudele mercante la violenta, una donna perversa la incita alla prostituzione... Errando di sventura in sventura, si trova in una banda di delinquenti, viene umiliata, maltrattata, arrestata, torturata e condannata a morte. Salvata in extremis, ricade subito vittima del crudele destino che la perseguita e muore a ventisette anni folgorata da un temporale... che sfiga!! aggiungo io .. Finito in capo a 15 giorni – firmava il Marchese – il giorno 8 luglio 1787 … ma si legge in un paio d'ore e tutto d'un fiato. Capolavoro della letteratura erotica che tanti guai procurò al suo autore e francamente era tipo da cercarseli. Nato a Parigi il 2 giugno 1740 da famiglia nobile, ancora in tenera età, fu condotto in Provenza e poi ricondotto a Parigi nel 1750 dove studiò presso il College Louis le Grand. Ben presto fu destinato alla carriera militare e a soli quattordici anni entrò nella scuola preparatoria di cavalleria raggiungendo in poco tempo il grado di capitano. De Sade si sentiva attratto dalla vita frivola consumata tra sale da gioco e donne di facili costumi. Il padre cercò di condurlo sulla buona strada, favorendo il matrimonio con René Pelagie dalla quale ebbe tre figli. Ma questo non bastò ad allontanarlo dalle cattive abitudini e la sua condotta scandalosa lo portò spesso agli arresti e alla prigionia. Dentro e fuori dal carcere nacquero le sue opere: romanzi, lettere e documenti alcuni dei quali scoperti in questi ultimi anni e importanti per la conoscenza di un personaggio che, per quanto ‘stravagante’, è da considerare come un prodotto tipico del suo tempo. Edizione economica per i tipi Mondadori, a lungo tempo rimasta occultata nella libreria perchè da leggere solo ed esclusivamente in età matura.

Commenti

  1. letto in età ormonale ... ;-)

    credo che sia d'obbligo un commento di sm ... ;-)

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  2. a leggerlo si scopre come la purezza e la spensieratezza di questa ragazza sia devastata dal male inteso in tutte le forme e come pur cercando di mantenere una retta via venga calamitata e attratta da tutta una serie di torbidi avvenimenti sempre in agguato
    nel marchese è evidente questo aspetto .. trionfare sulla virtù .. e allora la povera Justine poteva darla via subito e monetizzarla piuttosto che subire la ria sorte
    si dirà più tardi di un secolo
    che la donna è seduta su una fortuna .. ma non sa di esserlo ..
    eccome se lo sa
    ;-))

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