Verso l' Oregon

L'appuntamento annuale col Texone è ormai un rito che prevede la prenotazione presso l'edicolante di fiducia con congruo anticipo. L'attesa per i più appassionati è spasmodica per vedere chi è l'autore che ha accettato la sfida e come l'avrà realizzata. Quando ho aperto questo numero 25 sono letteralmente trasalito nel constatare che i disegni erano di Carlos Gomez e il soggetto era di Gianfranco Manfredi.
"Il miglior scittore in attività della Bonelli e uno dei migliori disegnatori al mondo" mi scriveva l'amico Carcamagnu via sms, da me prontamente contattato per la sua arcinota passione per Dago, storica creatura del Gomez e che fa bella mostra di sé nelle pagine iniziali, in un bozzetto accanto al ranger.
Pieno di entusiasmo come sempre mi sono buttato a capofitto in questa nuova avventura dal titolo: Verso l'Oregon. Ma come sempre non mi sono lasciato influenzare da elogi o critiche di gente più competente e quello che segue è solo il mio pensiero, da storico lettore e non certo da addetto ai lavori. Bontà vostra se vorrete seguirmi in questo racconto. Innanzi tutto devo come al solito lamentarmi di non trovare in azione il quartetto in luogo del dinamico duo, ma questo sarebbe il problema minore se riuscissi a comprenderne il motivo. Forse nella difficoltà di disegnare tutti e quattro insieme?? Fatto sta che me ne farei una ragione se qualcuno sapesse rispondermi esattamente. L'appunto che invece mi sento di fare in questo numero, a parte il refuso storico di Manfredi a pagina 61, ultima vignetta in basso a destra, riguarda proprio i disegni. Ovvero uno si sofferma all'inizio nella presentazione degli autori in una stupenda tavola, di cui ho accennato sopra, perfettamente rifinita per poi imbattersi nell'avventura con disegni che a me son sembrati un po' "a tirar via" in parecchie tavole. Intendiamoci, non sono da buttare, tutto sommato belli, ma mi sarei aspettato di più. Con questo bando alle ciance e veniamo al sodo. La storia vede i nostri sulle tracce di un "serial killer" che lascia dietro di sé una scia di morti e quando fa secco un giovane ranger del Texas e del caso vengono interessati i nostri, per lui è già tempo di scavarsi la fossa. Lo inseguono senza sosta ripercorrendo le tappe delle sue scellerate imprese e finiscono per imbattersi in una carovana di sole donne. Sono "spose per corrispondenza" destinate a maritarsi con dei boscaioli sconosciuti coi quali hanno intrecciato le loro relazioni per mezzo di un pastore che risiede a Oregon City. I nostri capitano a proposito e giusto in tempo per eliminare un gruppo di energumeni che voleva violentarle. Sono costretti ad accompagnarle per un tratto difficile di pista e debbono addirittura entrare in conflitto con una banda di Cayuse bellicosi che nemmeno Aquila della Notte riesce a far ragionare. Hanno visto le donne e vogliono a tutti i costi rapirle. Il loro capo Bisonte Bianco poi è un pazzo scatenato che non esita ad ammazzare i suoi se non rispettano i suoi ordini. Lui pretende coraggio anche se l'agguato notturno si sta rivelando una disfatta e perisce per mano dello stesso Tex. Nel frattempo le cose sembrano volgere nel migliore dei modi per i ranger; il ricercato è infatti il nipote del pastore e con tutta probabilità si trova proprio a Oregon City dallo zio e così dopo le ultime difficoltà della pista, la carovana finalmente raggiunge la sua destinazione agognata. Subito si rendono conto che la fantomatica "Mission of lonely hearts" altri non è che una associazione a delinquere dedita alla famigerata "tratta delle bianche". Il ricercato, nel tentativo di scappare finisce sbranato da un grizzly e gli altri periscono sotto i colpi dei nostri. Tex "preleva" dallo studio del pastore alcune mazzette di dollari, frutto probabilmente della losca attività stroncata, e le distribuisce alle povere donne che potranno avere un degno rimborso dopo tanti patimenti.
Bella storia con un Gomez che poteva dare di più. Ma va bene lo stesso dai. Non faccio testo e anzi approfitto per fare gli auguri nel quarto decennale di sua vita al nostro caro amico e noto blogger U'Carcamagnu. TANTI AUGURI !!!!!



Commenti

  1. ottimo tex, hai ragione su tutto.
    il motivo per cui forse manfredi non ha messo ad agire unche il piccolo kit e tiger è rilevabile in due aspetti:
    a) il texone, per quanto storia di oltre 200 pagine, è comunque una narrazione 'breve' per la lunghezza media texiana di oltre 300 pagine ad avventura. normalmente quando agiscono tutti e quattro, ci deve essere il tempo e il motivo per far fare qualcosa a tutti. ci dev'essere lo spazio per dare una mini missione a kit willer e tiger, il tempo per tornare, il tempo per raccontarsi tutto un'altra volta eccetera. ad esempio nel texone 24 di Boselli e Suarez, Tex agisce praticamente da solo, senza neanche il vecchio cammello. Nel texone 23 per gran parte dell'albo agiscono solo tex e il figlio kit.
    b) manfredi è un autore troppo moderno per scrivere tex. gli piace raccontare di criminali problemaici, di introspezione, di motivazioni, gli serve spazio per tratteggiare i cattivoni.

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  2. per quanto riguarda i disegni di gomez, vedendolo all'opera tutti i mesi su dago, devo dirti che mi è sembrato il solito gomes. la sua forza sono i volti, la caratterizzazione dei personaggi, la loro postura la loro mimica facciale, e gli interni, stanze, particolari, oggettistica. i suoi 'esterni' danno sempre l'impressione di 'poter esere meglio'.
    in realtà difficilmente lo sarebbero, ma è l'impressione che si ha quando si resta colpiti dalla sua arte nel tratteggio delle persone.

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  3. se io sono ottimo tu sei eccelso
    dai commenti fatti traspare tutta la tua conoscenza tecnica del genere
    ma riguardo al tuo gomez avrai senz'altro visto la tavola "incriminata" a inizio presentazione
    con i due, tex e dago, perfettamente rifiniti e curati
    ecco perchè mi chiedo come mai nella storia vera e propria i disegni appaiano di qualità ridotta rispetto
    al prologo o al test come vogliamo chiamarlo
    mentre più sotto il buon magnus aveva dato sfoggio di particolari
    da cesellatore perfino nelle scatole delle munizioni
    mia nonna diceva "la fretta vuole il tempo"
    forse è questo il motivo
    ecco perchè mi aspetto molto dal texone che esce con cadenza annuale
    che abbia quei particolari e cura
    maggiore rispetto agli altri albi
    ad inizio la serie era destinata
    ad autori che dovevano cimentarsi magari per la prima volta a disegnare il ranger e i suoi pard
    veniva definita una "prova d'autore"
    sarò anche tradizionalista ma ci tengo molto a tex e ai suoi pards

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  4. infatti i texoni sono dei 'fuoriserie' proprio perchè il lettore della serie maldigerisce questo tipo di storie.
    manfredi ad esempio non lo leggerai mai sulla serie regolare, ma solo su maxi o sul texone, o sull almanacco del west.

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  5. attento inoltre che é molto diverso disegnare per una pagina formato standard, ovvero le dimensioni delle serie regolari, oppure per un albo gigante.

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  6. ...e pensare che i Tex li avevo praticamente tutti; in gran parte fino al 1978/1980 ereditati dal babbo.

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